Elettromiografia di superficie cervicale e masticatoria

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Un esame diagnostico veloce, indolore ed estremamente sensibile fornisce informazioni molto utili sulla condizione della muscolatura masticatorie e cervicale bilanciante.

L’Articolazione Temporo-Mandibolare ha peculiarità anatomiche specifiche: è infatti un’articolazione doppia, divisa da un menisco in una porzione inferiore in contatto con la mandibola, e superiore in relazione con la base del cranio. Tale conformazione garantisce un movimento peculiare, di rotazione (per la componente superiore) e traslazione (la parte inferiore). Questa alta complessità di funzionamento è garantita da uno stretto equilibrio tra le strutture articolari, dentali e muscolari; se però la dentatura è direttamente ispezionabile, lo scheletro e le articolazioni studiabili mediante indagini radiologiche, la muscolatura masticatoria e cervicale bilanciante non si avvantaggia di un esame strumentale che può obbiettivarne le caratteristiche.

Per colmare questa lacuna è stato recentemente rinnovato il concetto di elettromiografia: basato sull’intrinseco sviluppo di attività elettrica (a livelli di tensione assolutamente impercettibili senza strumentazioni adeguate) durante l’attività muscolare, tale indagine è sempre stata limitata dall’invasività degli elettrodi, obbligatoriamente ad ago per rilevare con precisione lo specifico capo muscolare. Grazie alla vicinanza alla cute dei muscoli masticatori e cervicali e all’intuizione di rapportare la contrazione volontaria ottenibile ad una massimale, è stato donato all’elettromiografia di superficie un ruolo di rilievo nella diagnosi dei disturbi dell’ATM.

Assolutamente indolore grazie agli elettrodi adesivi e della durata di alcuni minuti, l’EMG fornisce grandi informazioni sulla capacità contrattile e sull’effettiva tensione sviluppata dai principali gruppi di muscoli masticatori. Durante l’esame, al paziente viene richiesto di effettuare alcuni serramenti della bocca, alla massima forza possibile, con o senza l’interposizione di alcuni strumenti tra le arcate dentarie. I valori ricavati da quest’esame sono influenzati anche da spessori micrometrici tra i denti superiori ed inferiori, o anche da cambiamenti nella postura del capo.

Tale spiccata sensibilità diagnostica risulta utilissima nel bilanciamento delle placche occlusali, nel valutare l’influenza che i bite stessi hanno a livello della muscolatura masticatoria e cervicale bilanciante, oltre che nel rifinire manufatti protesici anche complessi con evitando l’insorgenza di patologie dell’articolazione temporo-mandibolare. Infine costituisce un prezioso strumento nella progettazione della terapia ortodontica, identificando mediante appositi accorgimenti la posizione della mandibola più “muscolarmente corretta”.